Zona rossa in Valle Po: il sindaco Cesare Cavallo scrive all’Asl ed alla Regione chiedendo di accelerare le vaccinazioni nell’aree con maggiori restrizioni così come previsto dalle norme

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venerdì, 05 marzo 2021

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Dal 3 marzo come ormai sappiamo il comune di Rifreddo e l’intera Valle Po sono in Zona rossa. Un provvedimento regionale preso sulla base dell’aumento dei contagi e del principio di precauzione soprattutto vista l’emersione di casi della così detta Variante inglese nel comune di Cavour. Alla luce di ciò i comuni dell’area sono soggetti a restrizioni molto pesanti come: il divieto di uscita della zona rossa, la circolazione all’interno dei comuni stessi e la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Una situazione che, in pratica, ha bloccato pressoché totalmente le attività dei comuni coinvolti ma che potrebbe anche trasformarsi in un’opportunità per gli stessi. “Il decreto regionale che istituisce la zona rossa - ci spiega il primo cittadino rifreddese Cesare Cavallo - oltre alle imposizioni prevede anche che le Aziende Sanitarie locali (ASL) in collaborazione col Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive regionale (DIRMEI) predispongano specifici piani vaccinali anti-COVID-19 al fine aumentare i livelli di protezione dei soggetti a maggior rischio di infezione. Affinché questo possa diventare realtà oggi abbiamo scritto a questi soggetti ed alla Regione chiedendo al più presto l’attuazione del precetto ed anche di conoscere nei dettagli come si intende procedere”. In altre parole il primo cittadino rifreddese chiede che si sveltiscano le operazioni idi vaccinazione in modo da ridurre salvaguardare i soggetti fragili, ridurre i contagi e magari limitare la permanenza in zona rossa al minor tempo possibile. “C’è da dire - aggiunge il primo cittadino - che negli ultimi giorni qualcosa si sta muovendo e la creazione di spazi vaccinali a Paesana e Revello ne sono la dimostrazione. Sarebbe però, adesso, molto importante per noi amministratori avere certezza sui piani vaccinali nelle nostre aree e conoscerne in anticipo le evoluzioni. Questo da un lato perché agevolerebbe non poco la gestione della difficile situazione attuale e, dall’altro, perché darebbe alle popolazioni delle nostre vallate una prospettiva positiva per il futuro”. 

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